A volte bisogna accontentarsi. “Meglio 1-0 per noi che 1-0 per loro” afferma spesso un noto telecronista di un canale monotematico di una compagine della massima serie. In casa Maceratese si può certamente concludere, dopo l’impegno del Carotti, che un punto è sempre meglio del tornarsene a casa con un pugno di mosche. Anche se il rimpianto per una tripla sfumata sul filo di lana sul terreno jesino, sempre di conquista per i biancorossi nell’era della presidenza Tardella, resta. Soprattutto per come è maturato il gol del subentrato Mattia Cardinali che al 90’ ha fatto partire sì una gran botta dal limite, che però si è insaccata solo dopo aver sonoramente incocciato sulla traversa, aver colpito la schiena dell’incolpevole Fatone per poi imbucarsi raschiando la base del primo palo. Insomma, un involontario colpo di biliardo dalla traiettoria beffarda che però bilancia la jella dei leoncelli che avevano colpito, nel corso dell’ennesimo derby marchigiano, due legni, uno con l’irrefrenabile Trudo del primo tempo ed un altro con Bruffa, direttamente su calcio piazzato, al 28’ della ripresa. Anche la Maceratese ha bisticciato con il montante, in occasione della punizione di Belkaid al 32’ della frazione d’apertura ma, volendo fare i ragionieri, resta pur sempre una traversa contro due traverse ed un palo dei locali. “Il pari è giusto – ammette il diesse Maurizio Gagliardini – per come abbiamo giocato. Qualche nostra pedina non era al meglio e non abbiamo affrontato la gara con il piglio giusto. Siamo un po’ mancati nelle ripartenze veloci, nel non giocare con assiduità con la palla a terra, intestardendoci nell’uno contro uno. Insomma, siamo un po’ mancati in quei fondamentali che ci hanno consentito di imporci nei precedenti quattro turni in campionato e due di Coppa Italia e che sono la nostra forza: rapidità, ripartenze ficcanti, palla a terra. È pur vero, però – soggiunge il diesse biancorosso – che la Jesina ha giocato una gara magistrale, pressando molto alto, non dandoci mai la possibilità di ragionare, puntando costantemente sull’aggressivitàagrave;. Il neo è stato di non aver chiuso la partita dopo il gol su rigore di Kouko. Abbiamo avuto un paio di occasioni per portarci sul 2-0. In quel caso probabilmente l’avremmo spuntata. I nostri avanti oggi non sono stati efficaci come nelle precedenti partite. Comunque non facciamo drammi. Dobbiamo metabolizzare il mancato successo subito per trarne il dovuto insegnamento in vista dei prossimi impegni”.
Il rosso a Kouko?
“L’arbitro è stato un po’ severo – conclude Gagliardini – perché Kouko il fallo l’aveva subìto. Si è divincolato da Traini ed il direttore di gara probabilmente ha visto una manata all’avversario. C’era tanta confusione”. Quella che non dovrà avere la Maceratese nel prossimo incontro casalingo contro la forte Amiternina, riuscita a battere il Castelfidardo ed approdata così a quota 7 punti in classifica. Non sarà facile, ma mister Beppe Magi saprà toccare le corde giuste, in settimana, per caricare a dovere la squadra che sicuramente non potrà contare nel prossimo confronto all’Helvia Recina sulle splendide galoppate di Daniel Kouko, squalificato in automatico dal giudice sportivo dopo il rosso diretto del Carotti, ma che con ogni probabilità riavrà il fosforoso Croce, che non &egegrave; stato rischiato contro i leoncelli dopo l’infortunio alla caviglia rimediato nel finale di contesa con il Termoli. Intanto i biancorossi continuano a rimanere in testa e da soli nonostante il primo “ics”. Un dato che conforta in ogni caso.
