A proposito dei nuovi rinvii di gare causa terremoto , pur non essendo compito mio e dell’associazione che rappresento la gestione del difficile momento che stiamo attraversando , mi permetto e allo stesso tempo mi “scuso” di dare una interpretazione a cio’ che sta accadendo nel nostro “piccolo mondo calcistico”. Prendo spunto dalle parole di Mister Marcaccio in occasione della gare della scorsa settimana che lo hanno interessato . Sono concorde con quanto finora il Comitato Regionale Marche ha deciso. Credo che per fermare un campionato necessiti una attenta analisi. Tuttavia siamo in una situazione che non ha nulla di “momentaneo”. I disagi che sussistono sussisteranno probabilmente molto a lungo. Non si tratta di una nevicata o di impraticabilità di terreni di gioco. Siamo di fronte a società di calcio che vedono stravolto il loro modo di poter fare calcio (vedi Muccia senza impianti , Camerino ed altre realtà) A cio’ si aggiunge l’assoluta mancanza delle condizioni emotive giuste per poter disputare una manifestazione sportiva: atleti che non hanno piu’ una casa costretti ad emigrare verso la costa , gente che dorme in macchina (se dorme). Tutte cose che, haime’, conosciamo e che non saranno certo di recente e semplice soluzione. Detto cio’, mi permetto , e come detto mi scuso in anticipo, di analizzare una soluzione per quanto altrettanto di difficile gestibilità. Forse bisognerebbe prendere come riferimento il decreto del Governo sui comuni “terremotati” e immaginare che le squadre interessate possano essere tolte dagli organici dei campionati riammettendole nella prossima stagione nella stessa categoria , con conseguente riduzione delle squadre nei gironi e riduzione delle retrocessioni . Provo a fare un esempio: se nel girone ci sono squadre interessate dal sisma (es. Muccia, Camerino ed altre ) impossibilitate in senso materiale ed emotivo alla disputa del regolare campionato partendo, come detto, dal decreto governativo che individua i comuni interessati dal sisma si potrebbe ridurre il girone a 14 o 12 squadre riammettendo le squadre “congelate”, come detto, il prossimo anno nella stessa categoria riducendo, nel contempo, le retrocessioni . Sottolineo che è soltanto una ipotesi e che cio’ che speriamo tutti è che si possa riacquistare la giusta serenità, così che il calcio possa essere evento in grado di riportare la nostra quotidianità stravolta alla “normale “ vita che tutti vogliamo.
Angelo Ortolani, presidente regionale AIAC