La Jrvs Ascoli riparte piano ovvero col freno tirato a mano. Dopo la pausa natalizia i bianco azzurri sono tornati in campo contro la Pinturetta per la prima giornata di un girone di ritorno, a dire il vero, iniziato non proprio bene dai ragazzi di mister Zaini di tornare al successo come nel derby con il Montalto primo della pausa. Contro una formazione ben messa in campo ma evidente alquanto alla portata. Deglutito il boccone amaro, giocatori e tecnico sono tornati in campo per la ripresa degli allenamenti in vista del match contro il Montefano nella tana del lupo. Classica sfida fra due formazioni a caccia di obiettivi diametralmente opposti. Padroni di casa che stazionano nei quartieri nobili della classifica in lotta per i play off. Ospiti, ultimi, alla disperata ricerca di una salvezza diretta o alla lotteria play out. Come da programma di preparazione settimanale alla partita, Zaini e i suoi ragazzi si sono ritrova per dare corso ai lavori. Alquanta problematica per il mister sarà l’allestimento della formazione che lo vedrà fare di necessità virtù non potendo disporre di ben cinque giocatori di cui uno squalificato e quattro non in perfette condizioni di salute “ Spero di recuperare qualcuno degli acciaccati “ ci diceva il tecnico da noi avvicinato. E’ stata anche l’occasione per chiedergli che atmosfera aleggia in seno all’ambiente. “ Mi preme, anzitutto, compiacermi con la dirigenza per il loro prodigarsi affinchè il sottoscritto possa lavorare tranquillo e senza remore in particolare da parte dei giocatori. A questi non mi stancherò mai di dire che non sono inferiori a nessuno perché hanno le potenzialità di giocarsela alla pari con tutti. Lavorano con tranquillità anche perché la società ha onorato quelli che sono gli impegni e problemi extra calcistici con anticipo sulle scadenze. Quindi, atmosfera idilliaca per sperare che gli sforzi di cui sono artefici giocatori e tutto l’entourage siano ripagati a fine campionato con la permanenza che per una squadra come la nostra è come aver vinto un campionato “.
(Giuseppe Capasso)