Ormai è quasi un effetto domino quello delle società che cominciano ad avere dubbi sulla ripresa immediata degli allenamenti e, di conseguenza, della stagione. Nel girone B di Promozione avrebbe dovuto iniziare la preparazione questo lunedì 24 agosto anche il Chiesanuova che, però, per bocca del presidente Luciano Bonvecchi, comunica la decisione di rinviare a data da destinarsi l'inizio dei lavori.
"Non mi sembra opportuno cominciare la preparazione nel momento in cui si assiste ad un aumento del numero dei contagi - le parole di Bonvecchi - Le problematiche sono enormi. Anzitutto, come abbiamo invitato i nostri giocatori a fare, il sottoporsi al test sierologico comporta già una spesa. Inoltre ritengo sia impossibile anche dare il via ai campionati in questa situazione, soprattutto nel mondo dei dilettanti dove la maggior parte dei calciatori ha anche un proprio lavoro".
Interviene anche sui protocolli troppo stringenti il presidente del Chiesanuova. "La loro attuazione - continua - richiede la costante presenza di dirigenti al campo, cosa che per quasi tutte le nostre società è impossibile visto che anche i dirigenti sono animati esclusivamente dalla passione e per seguire la società tolgono tempo a lavoro e famiglie. Per non parlare delle strutture molte delle quali sono vecchie, di piccole dimensioni e non permettono di garantire quanto previsto".
Difficoltà di organizzare allenamenti, partite e dispendio di risorse umane ed economiche. Questi i problemi sul tappeto messi da Bonvecchi che conclude con una riflessione. "I giocatori vivono del proprio lavoro e se dovessero osservare un periodo di quarantena come verrebbero retribuiti? Se poi ci dovessero essere casi di contagio sarebbero tante le persone da mettere in quarantena almeno fino all'esito dei tamponi che comportano una spesa ulteriore e che potrebbe essere necessario ripetere più volte nel corso della stagione".
Arriva, così, la richiesta alla Federazione di posticipare l'inizio dei campionati, "il solo provvedimento - secondo Bonvecchi - che eviterebbe che i tornei dilettantistici fossero falsati. Infine non dimentichiamo la responsabilità che grava in capo a noi presidenti. Rischiare non vale assolutamente la pena ".