Mister Stefano Tiranti “non cerca squadra”, si gode il calcio da appassionato seppur con occhio tecnico e allenato. La libertà da impegni di lavoro lo ha portato comunque sul campo, il richiamo è irresistibile, e ha commentato ai microfoni di Radio C1 inBlu gli highlights della prima giornata del campionato di Eccellenza.
“Tanti mesi di inattività, tante squadre nuove, tanti cantieri aperti – ha detto – e Jesina Fabriano Cerreto è stata lo specchio di questa situazione.”
Oltre a questo era anche la prima giornata, per altro senza pubblico.
“Pubblico che per la Jesina è fondamentale, determinante. Ma è stata comunque una grande partita, giocata a viso aperto. Poi è chiaro che, essendo la prima gara, la Jesina con le sue defezioni e il Fabriano con sette undicesimi cambiati rispetto alla stagione scorsa, ci si potesse attendere una gara di rodaggio. È ancora presto per parlare.”
La sorpresa di giornata l’abbiamo vista a Montemarciano.
“Sicuramente per l’Anconitana è stato uno scivolone, ma non credo che fosse del tutto impronosticabile: in casa il Marina ha un gran cuore, è un campo pericoloso per tutti e soprattutto è anche una squadra allenata benissimo.
E l’Anconitana?
“Ovviamente sono in una fase di perfezionamento, devono completare la rosa: per puntare a vincere potrebbero non bastare due elementi. Magari ne serviranno tre o quattro, per altro di grandissima caratura.”
Stadi vuoti, protocolli stringenti. È il calcio post-Covid: il caso Genoa ha spaventato la Serie A. Nei campionati dilettantistici i rischi si moltiplicano e le conseguenze potrebbero essere peggiori.
“Si sentono tante opinioni, tutte diverse. Dispiace vedere la situazione quotidiana nelle scuole e poi cercare una “finta” normalità nel calcio. È una situazione difficile e come tale è difficile dare un’opinione. Sicuramente se le condizioni giuste dovessero mancare, sarebbe meglio aspettare. Se ci sono le condizioni, ben venga, ma vedere gli stadi vuoti è qualcosa di inverosimile.”
L.c.
È difficile restare lontani dai campi.
“Io sono un appassionato prima di essere un allenatore, non cerco panchine, vorrei solo veder giocare i ragazzi. Sicuramente la passione è messa a dura prova. Forse sarebbe meglio fermarsi a riflettere e capire bene cosa e come fare. Adesso inizieranno tutti i campionati sotto all’Eccellenza, chissà cosa succederà. Questa incertezza crea molta apprensione ai ragazzi, alle società, agli addetti, un po’ a tutti. Non è un momento semplice.”